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E' di Donatello la statua lignea "S.Pietro Martire"

 

(ANSA) - Una statua lignea  "neanche tanto bella", come hanno sempre detto i fabrianesi, raffigurante San Pietro martire a grandezza naturale, vestito da domenicano e con un libro stretto al petto, collocata per secoli - nell' indifferenza generale - in una nicchia della Chiesa di Santa Lucia a Fabriano, sarebbe in realtà un' opera di Donatello, il grande scultore fiorentino del Rinascimento, noto in tutto il mondo per il suo David in bronzo.

L' attribuzione, clamorosa, si deve al prof. Giancarlo Gentilini, docente di storia dell' arte moderna presso l' Università di Perugia (uno dei massimi esperti di scultura fiorentina rinascimentale), che ha confermato un' intuizione di Fabio Marcelli, storico dell' arte fabrianese, anche lui docente a Perugia. "Lo stato di conservazione, il punto di vista, la concezione della figura e la tecnica - dice Gentilini - rendono pertinente il nome di Donatello.

Si può anche proporre una datazione, fra il 1440 e il 1450, subito prima o subito dopo il soggiorno padovano dello scultore, in un momento cruciale del suo percorso artistico, quando fu costretto a lasciare Firenze".

La statua è molto ridipinta, piuttosto malconservata, e come tante altre opere d' arte di Fabriano, dopo il terremoto del 1997 è stata trasferita in un Deposito attrezzato adibito a museo temporaneo.

Fabriano - Santa Lucia, "S.Pietro Martire"

 Dove forse sarebbe rimasta inosservata, se un progetto di ricerca sull' arte lignea nel territorio della Comunità montana dell' Esino Frasassi, condotto dal Dipartimento di scienze umane e della Formazione dell' Università di Perugia e coordinato dal prof. Francesco Federico Mancini, non l' avesse 'svelata'.

La scultura, di proprietà del Comune di Fabriano, "presenta molti punti di contatto con le figure realizzate da Donatello per la Sagrestia Vecchia di San Lorenzo, e con le statue dell' Altare del Santo a Padova", spiega Gentilini. E nel volto del San Pietro martire, aggiunge Marcelli, "é evidente la stessa potenza espressiva del ritratto del Gattamelata". Di più, il santo di Fabriano sembra "il Gattamelata vestito da domenicano".

Padova - Piazza del Santo, "Il Gattamelata"

A sostegno dell' attribuzione ci sono anche gli stretti rapporti fra i domenicani fabrianesi e quelli fiorentini: come dimostra l' acquisto a Firenze, documentato al 1470, di una croce lignea destinata alla medesima Chiesa di Santa Lucia di Fabriano. Sant' Antonino, vescovo domenicano e patrono del capoluogo toscano, era stato fra l' altro giovane priore del convento di Fabriano agli inizi del Quattrocento. Non é improbabile quindi che il San Pietro sia stato comprato a Firenze dai domenicani della cittadina marchigiana.

Il fatto poi che la statua sia tagliata in modo così "approssimativo e pragmatico, senza raffinatezze", lungi dall' essere un ostacolo all' attribuzione al grande Donato dé Bardi detto Donatello (Firenze 1386-1466), all' allievo di Lorenzo Ghiberti e al rinnovatore dell' arte fiorentina, con Brunelleschi e Masaccio, rappresenta in realtà, secondo Gentilini, quasi la 'firma' dell' autore. La figura di San Pietro, sostiene lo studioso, "ha una monumentalità straordinaria. Le abbreviazioni formali, le mani scorciate, la testa scolpita in modo un po' brutale fanno pensare al pragmatismo tecnico di Donatello. Che lavora in modo pronto, veloce, ricorrendo spesso a soluzioni provvisorie.

Non mi stupirei che con il restauro emergesse l' impiego di giunture, pezzi di legno provvisori, ferro di recupero". "Non ci dimentichiamo - ricorda l' esperto - che al contrario di Della Robbia, Donatello modella 'sul pieno' anche la terracotta.

Tanto che i putti dell' Annunciazione Cavalcanti gli esplosero durante la cottura. E lui li rappezzò con stucco e gesso".

Adesso la statua dovrà essere sottoposta ad esami diagnostici, che aiutino a decidere anche l' intervento di ripulitura più adeguato per la rimozione delle ridipinture. Le indagini scientifiche sul legno impiegato potranno spiegare

anche se il San Pietro è stato scolpito a Firenze (dove pioppo e tiglio erano i materiali più impiegati) o a Padova. Ma in assenza di documenti storici, nel caso di opere lignee, l' attribuzione è normalmente affidata alla lettura degli aspetti stilistici.

Per restaurare degnamente questa statua finora così negletta ("Non mi è mai sembrata un granch' è, con quella specie di lama in testa", ha scherzato il sindaco di Fabriano Roberto Sorci) il Comune ha già stanziato 30 mila euro e chiesto una valutazione dell' Opificio delle Pietre Dure. Per la città, che ha appena celebrato i fasti di Gentile da Fabriano, con una mostra citata in tutto il mondo, il "rischio" è quello di ritrovarsi in casa un' tesoro dal valore inestimabile, anche in termini di flussi turistici. Donatello è un mito in tutti i continenti, e le sculture in legno che ci ha lasciato sono pochissime. (ANSA).

 

Da Notiziario Ansa del 29/11/2006


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