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La Madonna delle Lacrime

 

di Balilla Beltrame

 

 

Nei primi anni del Cinquecento Montanina Ottoni, signora di Matelica, trovò questa immagine piangente abbandonata in una siepe. Dopo la morte del marito, un Fogliani di Fermo, si fece suora del convento delle domenicane di Santa Caterina da Siena, contrada della Portella, Fabriano, portò con se il quadro.
Dal 1582 e nei tre anni successivi l’immagine fu vista versare più volte copiose lacrime amorevolmente raccolte con la bambagia. La notizia del prodigio si diffuse, il Consiglio di Credenza dopo l’ultima lacrimazione del 24 maggio 1584, ordinò processioni solenni lungo le principali strade del castello adornate di festoni e luminarie.

Narrano le cronache che all’adorazione parteciparono migliaia di persone importanti. La devozione non si è mai interrotta nei successivi 400 anni . Negli archivi sono custodite numerose testionianze giurate di grazie, di guarigioni prodigiose accadute fino ai nostri giorni. Per brevità rammento ai credenti la prima e l’ultima in ordine di tempo elargite dalla Madonna.
La prima lacrimazione della Vergine fu interpretata come presagio di disgrazie. Infatti nel 1591 ci fu la più grande carestia della storia di Fabriano, morirono oltre undicimila persone. Ebbene, in quei tristissimi giorni anche le domenicane non avevano più da mangiare. Speranzose implorarono la madre celeste. Mentre adunate in refettorio spartivano le ultime molliche di pane suonò il campanello del parlatorio.

Andò ad aprire una suora, camminava aiutandosi con le stampelle. Quando riuscì a fatica ad aprire il portone venne travolta da un mucchio di grano “senza che vi fosse persona alcuna”. Presa dall’emozione si gettò su quel ben di Dio e si alzò guarita. Corse gridando per i corridoi, giunse nel refettorio saltando come un grillo, pronunciando parole incomprensibili.
Allarmate le consorelle corsero all’ingresso, e commosse sciolsero ringraziamenti a Dio. Il grano fu sufficiente per superare le ristrettezze e molto fu distribuito agli affamati accorsi. Per perpetuare la memoria del “grano miracoloso” che si ripeté nel 1840, le suore ne racchiusero alcuni chicci entro spighe di fili d’argento.

Pochi anni or sono Andrea, giovane di 18 anni subì un gravissimo incidente stradale, i medici lo davano per spacciato. I genitori affranti, ma fiduciosi vegliarono tutta la notte davanti all’immagine della Madre del Verbo. Tornati all’ospedale trovarono il figlio migliorato, lentamente stava riprendendosi la vita.
Le domenicane furono nel 1904 trasferite a Bologna, convento di S.Agnese nel quale portarono l’immagine della Madonna e il prezioso crocifisso di S.Leonardo da Porto Maurizio.
Ora, anche questo cenobio è stato chiuso per mancanza di vocazioni. Grazie a d. Alfredo Zuccatosta l’effige della B. Vergine il 24 maggio 2013 è ritornata a Fabriano, venerata ora nella chiesa Cattedrale con preghiere e canti corali.

 

 

L'icona della Vergine delle Lacrime

(sec.XIV)

 

 

 

 

 

 

 

La teca con l'immagine

nella Cattedrale di Fabrianno

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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