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Le teste di Valdicastro

 

Abbazia di Valdicastro nei pressi di Poggio San Romualdo. Tra gli elementi decorativi romanici, cinque teste, di cui 4 al centro di una volta e la quinta in posizione isolata.

Il complesso fu costruito a partire dai primissimi anni dell'XI secolo per volontà di San Romualdo da Ravenna nel luogo dove precedentemente si trovava un convento di religiose. All'epoca non era cosa strana riutilizzare pietre di vecchie costruzioni per riedificarne di nuove, e così accadde nella chiesa, dove ancora oggi si conserva un'ara romana.

Secondo Stefania Sebastianelli ugualmente avvenne per i 5 volti di pietra, ma questi, a suo dire, avrebbero un'origine pre-romana, o meglio sarebbero da attribuire all'influenza dei popoli celtici che, tra il IV e il II secolo a.C. si insediarono in queste zone. La ricercatrice ritiene che il loro posizionamento irregolare indichi proprio che non siano stati intagliati appositamente per quella costruzione, altrimenti se ne avrebbero avuti in numero pari o comunque con una certa simmetria.

Leggende celtiche raccontano di teste mozzate parlanti e in grado di dare la forza a chi le avesse vicino, altre tradizioni di uguale origine vedevano il guerriero tagliare il capo del nemico ed esporlo fuori della sua casa oppure offrirlo agli dei nei santuari. In alcuni luoghi sacri, nel sud della Francia, teste furono scolpite nella pietra ed erano tutte raffigurate più o meno così: fronte sporgente, capelli con bassa attaccatura, sopracciglia tracciate a semicerchio, naso con ampie narici.

Volendo però essere un po' più realisti non dovrebbe essere difficile far rientrare le teste di Valdicastro nei canoni figurativi del primo Medioevo e alle tradizioni delle genti di origine longobarda che abitarono la zona in questo periodo.

 

La cripta della chiesa di

San Salvatore in Valdicastro

BIBLIOGRAFIA

S.Sebastianelli, "Teste celtiche" in "Celtica", 2001

S.Sebastianelli. "I Celti nelle Marche", in "Celtica", 2001


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