Home > Periodo Romano > Pietra di Minerva

info@fabrianostorica.it


La pietra di Minerva

 

di Balilla Beltrame

 

 

“Qualche anno prima della guerra il paesano Sebastiano Argalia, lavorando col piccone, trovò una pesante pietra di travertino, parte di antichissima trabeazione, quasi certo di un tempio: il muso di un bue fa pensare a sacrifici di antichi tempi, non certo cristiani. Il sottoscritto la fotografava insieme ai due ragazzotti che la sorreggevano: a sinistra Bramino Cavalieri, che ha lasciato il paese con la famiglia e lavora fuori, a destra Quinto Lasconi, costretto a partire per il fronte russo nella guerra disgraziata, poco dopo sposato, che non ha fatto ritorno. Sceso in Albacina, il fortunato ritrovatore si abboccò con il marchese Serafini, che vi aveva una villa e acquistò la pietra per un 200 lire…”

E’ il ricordo di don Achille Berna Berionni, parroco della Castelletta dal 1925 al 1944. Il ritrovamento avvenne  nell’agosto del 1931. Il frammento del portale era stato rinvenuto vicino alle fondamenta del tempio dedicato a Minerva.

Pochi giorni dopo, in occasione della festa dell’otto settembre , don Achille tornò in città, comunicò l’importante scoperta al prof. Romualdo Sassi, il quale scrisse alla direzione della Soprintendenza. Morti i protagonisti scomparve anche la memoria del fatto.

Nel 1978 la sede di Fabriano dell’Archeoclub fu incaricata dall’Amministrazione comunale di eseguire un censimento fotografico dei reperti romani esistenti, non prelevati dagli archeologi che son cent’anni che li accumulano nei magazzini di Ancona.

La trabeazione fu ritrovata e fotografata ma, nella scheda, fu erroneamente scritto che proveniva da Tuficum.

Due anni fa ho ritrovato la notizia dello scavo sul diario del parroco in cui si accenna “a tracce di mura e piccoli chiodi” e l’articolo con la foto sopra citata. La trabeazione è identica a quella fotografata dall’Archeoclub. Dunque, il bellissimo e raro reperto archeologico proviene dalla Castelletta. Se c’erano ancora dubbi sulla sua origine tuficana con queste due fotografie sono svaniti.

La creazione del Parco naturale Gola della Rossa e Frasassi e le importanti iniziative realizzate in questo castello, nella “Casa del Parco” per la valorizzazione della zona montana, hanno spronato l’Archeoclub a proporre un sondaggio di scavo nel luogo del ritrovamento. E lo ha fatto la presidentessa prof. Maria Grazia Fabi nel corso del qualificato e affollato convegno del 5 giugno dal titolo “Gola della Rossa e Frasassi: prospettive per un Parco Archeologico”, del quale ha dato notizia Daniele Gattucci su queste colonne. Tante le promesse per bocca del Dr. Vito Giuseppucci, presidente della Comunità Montana, e di Riccardo Maderloni, assessore delegato al Parco per valorizzare eventuali giacimenti archeologici. Alla fine dell’incontro, tutti contenti e soddisfatti. Aspettiamo gesti concreti dopo l’estate, dal nuovo consiglio comunitario.

 

da "L'Azione" del 19 Giugno 2004

 


- © 2004 Fabriano Storica ® -