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La gens Faberia

 

di Federico Uncini

 

 

Sul toponimo di Fabriano sono state fatte dagli studiosi del passato molte ipotesi.
Dal nome di un collegio di Fabbri provenienti da Sentinum, alla derivazione dal console Q.Fabio Rulliano, alla leggenda di Mastro Marino identificato come il Fabbro che lavorava sul fiume Giano di già cui nel XIII secolo rappresentava lo stemma della città.
L’ipotesi più attendibile dell’origine del nome di Fabriano è quella del personaggio romano di Faberius.
Probabilmente di origine laziale, era proprietario di un fondo nell’alta valle del Giano.Tale ipotesi è avvalorata dai molteplici toponimi prediali romani ancor esistenti nel territorio e di cui hanno dato origine ai nomi di contrade e frazioni del fabrianese. La molteplicità dei nomi romani è indice di una densa centuriazione montana, voluta da G.Cesare e Ottaviano Augusto tra il I secolo avanti e dopo Cristo.
La documentazione che favorisce l’ipotesi dell’insediamento di Faberius è la presenza del toponimo Valle Faveria (Valle di Faberio) lungo il corso del Giano verso Cancelli. Altra prova è il ritrovamento di una villa romana in questa valle, databile I-II sec. d.C., probabilmente appartenuta a questo personaggio.
La dinastia dei Faberi nel mondo romano è stata molto importante , specialmente nel I secolo a.C.
Cicerone nel suo “Cesare” descrive un certo Gaius Faberius come il segretario particolare di Giulio Cesare.
Nel Cicero Attico viene citato Faberius ,scriba e possessore di una casa lussuriosa sul Palatino e appare in diversi capitoli, come un personaggio importante:
Capitolo 13.1 : “et tamen Pisonem sicubi de auro. Faberius si venerit, videbis ut tantum attribuatur, si modo attribuetur ... Cum poteris ergo; etsi impediet fortasse Faberius. sed tamen cum”.
Capitolo 13.2 a “Oppio et Balbo epistulas deferri iubebis, et tamen Pisonem sicubi de auro. Faberius si venerit, videbis ut tantum attribuatur, si modo attribuetur, quantum debetur. accipies ab Erote”.
Capitolo 13.2B: “Cum poteris ergo; etsi impediet fortasse Faberius. sed tamen cum licebit”.
Capitolo 13.29 : “reliquum est, si Faberius nobis nomen illud explicat, noli quaerere quanti”.
Nel Capitolo 13.29 paragrafo 2 compare anche il nome di Faberianus: “si Faberianum explicas, emamus vel magno; si minus, ne parvo quidem possumus”.
“quam quidam puto futuram Faberianam. sed si poteris. Ciceronis epistulam tibi remisi”.
Capitolo 13.30 : “et velim confecto negotio Faberiano”;
Capitolo 13.31: “non enim puto tam expeditum Faberianum negotium futurum, etiam si est futurum ut non habeat aliquid morae”.
Capitolo 13.31: “alteram a te epistulam cum hodie accepissem, nolui te una mea contentum. tu vero age, quod scribis, de Faberio”.
Capitolo 13.32: “neglegentiam miram! semelne putas mihi dixisse Balbum et Faberium professionem relatam?”

Sulla gente Faberia ci sono anche diverse testimonianze archeologiche.
La più interessante è quella ritrovata nel Circeo; è una lapide (C.I.L X 6428) che riporta un L. Faberius. E’ un raro reperto che cita il nome esplicito di Faberius ; personaggio altolocato con carica di magistrato e costruttore del porto canale di Paola sul Circeo:
L.(ucius) FABERIUS C - (ai) F - (ilius) POM(ptina[tribu]) MURENA
AUGUR IIII (quattuor) VIR AED(ilis) AQUA(am) QUAE FLUEBANT EX
LACU CONLEGIT ET SALIENTEM IN LACU(m) REDEGIT
D(e) S(ua) P(ecunia) F(aciundum) C(uravit).
Un’altra descrizione lapidea CIL 06,408909 afferma l’alto livello di cariche e operosità che aveva a Roma Lucio Faberius.
Nell’81 a.C. un Lucio Faberio è uno dei senatori Sillani più affidabile per il potere.
Il CIL 06, 40890(Roma) riporta alti personaggi tra cui Faberius:

[Co(n)s(ulibus) Q(uinto) Lutatio Q(uinti) f(ilio)
Catulo et M(arco) Aemilio Q(uinti) f(ilio)
M(arci) n(epote) Lepido pr(aetore)
urbano et inter peregrinos L(ucio)
Cornelio 3 f(ilio) Sisenna mense
Maio Q(uintus) Lutatius Q(uinti) f(ilius)
Catulus co(n)s(ul) senatum consuluit
a(nte) d(iem) XI K(alendas) Iun(ias)
in comitio scribundo adfuerunt
L(ucius) Faberius L(uci) f(ilius) Ser(gia)
C(aius) 3 L(uci) f(ilius) Pop(lilia)
Q(uintus) Petillius T(iti) f(ilius) Ser(gia)
quod Q(uintus) Lutatius Q(uinti) f(ilius)
Catulus co(n)s(ul) verba fecit Asclepiadem
Philini f(ilium) Clazomenium .....

Un’ altra memoria che ci ha lasciato questa famiglia a Roma è il cosiddetto portico Faberio. Nella capitale del mondo antico esistevano quindici Portici importanti : l'Absidato, delle cento colonne, di Costantino, di Gneo Ottavio, dei dodici Dei Consenti, di Emilio, di Europa, di Faberio, di Filippo, di Livia, di Meleagro, di Nettuno, di Ottavia, di Pola, e il Milliarense.
Il portico Faberio (porticus fabrario) era lungo il lato del colle sovrastante al Tevere, serviva per deposito delle merci di varie specie. Si trova poi indicato dalle rovine che rimangono che l’edificio era di diversi piani e sopra di esso ci stava probabilmente la casa di quel Faberio scrivano, di cui Vitruvio ci racconta che fece dipingere le mura con il cinabro, donde forse ne derivò la denominazione, che fu data al sottoposto portico di Faberio.
Il nome del gentilizio romano con il tempo si trasformò per vari motivi e probabilmente prese anche la forma di Vaberius come è riportato in una lapide custodita nell’abbazia di S.Croce di Tripozzo in Sassoferrato.
Il reperto cita un personaggio di nome C. Vaberius che potrebbe essere stato il ceppo gentilizio dei Faberi o Vaberi colonizzatori nostro territorio. L’iniziale del nome con la lettera V anzichè F rimane facilmente comprensibile nello scambio, dato che in pronuncia sono ambo labiali.


La lapide riporta:

C.VABERIUS C.L FAVSTVS SEX VIR AVGVSTALIS, PRIMIS VI VOS SIBI ET AESTRIAE T L DIO NYSIAE VXORI

Altre steli o lapidi sono state ritrovate nel tempo con il nome di Vaberius.
La stele di Slovenia riporta:

D(is) M(anibus) T(ito) Vaberio T(iti) f(ilio) Celsino an(norum) LX et Semproniae Celerinae coni(ugi) an(norum) XL et Vaberio Celerino an(norum) XX et Vaberio Celsino an(norum) XVI fili(i)s Vaberi Martinus et Atto lib(erti) et hered(es) patrono optim(o) f(aciendum) c(uraverunt) h(oc) m(onumentum) h(eredem) n(on) s(equetur).

CIL 06, 27900
Dis Manibus / C(aius) Vaberius / Stachus / vixit ann(os) LXV / Vaberia Cinna/mis patrono con/iugique suo bene / merenti posuit

CIL 05,07768
D(is) M(anibus) T(ito) Vaberio T(iti) f(ilio) Celsino an(norum) LX et Semproniae Celerinae coni(ugi) an(norum) XL et Vaberio Celerino an(norum) XX et Vaberio Celsino an(norum) XVI fili(i)s Vaberi Martinus et Atto lib(erti) et hered(es) patrono optim(o) f(aciendum) c(uraverunt) h(oc) m(onumentum) h(eredem) n(on) s(equetur)


Con questa documentazione possiamo dedurre che la famiglia dei Faberi o Faberia , di cui la nostra città ha preso il nome , ha coperto importanti incarichi sociali collaborando con i più importanti imperatori di Roma.
 

 

 

 

 

 

 

Stele di Slovenia con inciso

il nome "T. Vaberio"

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lapide ritrovata nel Circeo [CIL-X-6428]

che riporta il nome "L. Faberius"

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lapide custodita nell’abbazia di S.Croce

di Tripozzo in Sassoferrato [CIL-XI-5763]

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