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La fontana-laghetto dei giardini

 

 di Aldo Pesetti

 

 

Con il ritorno della primavera, complici le giornate più lunghe e il clima mite, i fabrianesi come ogni anno, sono tornati in questi giorni a frequentare i giardini fabrianesi. Primi tra tutti, i giardini Regina Margherita, creati nel 1878 fuori le mura medievali della città. Il parco venne intitolato alla prima regina d'Italia, moglie di Umberto I di Savoia, salito al trono proprio in quell’anno.
Si procedette innanzitutto al riempimento dell’antico fossato che qui prima si trovava, utilizzando in parte la terra dell’orto dei Domenicani. Quindi, seguendo i gusti dell’epoca, venne creata una “passeggiata romantica” con vialetti contornati da siepi, pergole e rocce naturali. Per completare l’opera non potevano mancare uno chalet, che richiamasse le architetture orientali di una pagoda, ed una fontana. Quest’ultima dalla forma circolare, realizzata in pietra sponga e con al centro un grande ammasso roccioso, a simulare una grotta naturale, da cui scaturiva un getto verso l’alto. Grazie all’opera delle cartare, che ogni giorno si recavano a lavoro portando con sé recipienti pieni d’acqua, anche i numerosi alberi piantati venivano innaffiati crescendo forti e rigogliosi.
Negli anni ’50 del secolo scorso, sull’onda del grande fermento che in città era seguito al termine della guerra, venne creata un’apposita commissione preposta alla sistemazione dei Giardini presieduta dal cavalier Egidio Cristalli, che volle la realizzazione di una nuova fontana al posto della precedente, a progettarla l’architetto Papi. Così il Cristalli descrive l’opera: “si tratta di un’opera originale, non rara ma unica, non copiata e già invidiata da altre città”. La vecchia fontana venne “smontanta” e i blocchi di pietra riutilizzati realizzando lì nei pressi alcune panchine ed un vialetto, e, più distante, una fontanella, verso l’attuale area giochi.
La nuova fontana-laghetto, o meglio “piscina” dei giardini – così infatti viene abitualmente chiamata dai fabrianesi, venne inaugurata domenica 20 maggio 1956. Alla cerimonia inaugurale presenziarono l’Onorevole Umberto Delle Fave, Sottosegretario al Ministero del Lavoro e Previdenza Sociale, appositamente giunto da Roma, e il sindaco Aristide Merloni che due anni dopo verrà eletto senatore della Repubblica. Presente anche il Vicario Generale della Diocesi in rappresentanza del vescovo Lucio Crescenzi.
Questa la descrizione dell’evento riportata nelle colonne de “L’Azione”: “Nella giornata, il laghetto, con la cascata che l’alimenta e le sorprese che presenta secondo i punti di visuale, sono stati meta di continue visite. Bambini vi si sono divertiti con qualche natante a remi oltre che con i pesci e su l’arenile. Una visita particolarmente attraente quella della sera per gli effetti di luce che gli ideatori hanno saputo ottenere con l’impianto nella cascata e nell’interno del laghetto, dove si hanno riflessi inaspettati di colori. Dirigenti e maestranze hanno solennizzato la circostanza con un fraterno banchetto riuscito di piena soddisfazione.
L’Italia era in pieno boom economico: il giorno precedente, il 19 maggio 1956 a San Donato Milanese era stata posta la prima pietra dell’Autostrada del Sole e, grazie anche agli ingenti fondi del piano Marshall che negli anni precedenti erano stati stanziati per la ripresa economica europea, in tutto il paese fiorivano iniziative imprenditoriali. A Fabriano erano da qualche mese state fondate le imprese Faber Plast (stampaggio materie plastiche) e Lorev (macchine per l’edilizia). Grazie all’interessamento di Enrico Mattei era stato aperto uno stabilimento Agip in via le Fornaci (imbottigliamento Gas) e le industrie Merloni erano in forte espansione (di lì a poco, nel 1958 nascerà il marchio Ariston).
Come ogni opera pubblica che si rispetti, ora come allora, vi furono accese polemiche circa l’opportunità e soprattutto il “tempismo” della realizzazione del laghetto dei Giardini. La settimana successiva all’inaugurazione infatti, si sarebbero tenute le elezioni che fecero registrare una grande affermazione della Democrazia Cristiana, per questo essa venne bollata dai detrattori come semplice operazione elettorale. Inoltre, si disse, che quei soldi della collettività potevano essere meglio utilizzandoli per costruire case di cui vi era allora estrema mancanza.
Ad ogni modo i fabrianesi sull’onda dell’evento non mancavano di recarsi presso la nuova fontana-laghetto che era un po’ diventata il simbolo del progresso, il luogo presso cui immortalarsi. Nella parte sopraelevata, erano state anche collocate cinque comode e moderne panchine di design, dalle linee curve e intrecciate, ognuna di esse aveva un diverso colore sgargiante: i bambini vi si facevano le fotografie in occasione di cresime e comunioni, gli sposi non mancavano di recarvisi per le foto di rito dei matrimoni.
Sulla scia dell’inaugurazione, quello stesso anno 1956, in occasione della "Festa degli alberi" che si svolgeva ogni anno il 21 novembre, i bambini delle scuole di Fabriano, tra canti, bandiere tricolori e discorsi delle autorità, piantarono 25 pini marittimi a bordo del nuovo laghetto dei Giardini: essi sono ancora lì che svettano alti al cielo, al centro del Giardino Regina Margherita di Fabriano.


tratto dal settimanale "L'Azione" del 2 aprile 2022

 

 

 

 

 

 

 

La fontana-laghetto, cartolina d'epoca

 

La fontana-laghetto oggi

 

La vecchia fontana dei giardini,

come era prima del 1956

 

Inaugurazione, 20 maggio 1956

 

Inaugurazione, alcune delle maestranze

(collezione Mattioni)

 

Foto della prima comunione, maggio 1956

(collezione Stopponi)

 

Panchine e vialetti realizzati

con le pietre della vecchia fontana

 

La fontanella realizzata con le pietre

di recupero, e i 25 pini marittimi


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