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Il territorio di Fabriano nel Medioevo

 

di Federico Uncini

 

 



 

IL FEUDALESIMO

 

I presupposti del sistema feudale, che giunsero  a  piena  maturazione fra il X e l ' XI secolo, si delinearono in età carolingia, quando i sovrani usarono concedere terreni ad uomini di loro fiducia, pretendendo in cambio che questi si dichiarassero  vassalli e s'impegnassero con solenne giuramento a fornirli di truppe, aiuti  e tributi in caso di necessità. Ogni vassallo poté  a sua volta concedere ad altri una parte dei propri territori ,ottenendo dai beneficiari un giuramento di fedeltà simile a quello da lui prestato al sovrano.

La torre di Pierosara

Si costituì  così una gerarchia di nobili guerrieri tramandata dal sovrano ai vassalli e ai cavalieri  che nel suo insieme costituirono la classe dirigente, padrona delle terre e specializzata nell'arte militare. In età carolingia i traffici e la vita cittadina si ridussero ulteriormente, cosicché il sistema feudale, che si stava costituendo, trovò originariamente il suo supporto in un'economia rurale, accentrata nelle grandi proprietà signorili(le corti), nell'ambito delle quali avvenivano gli scambi in natura(baratti) e dove si produceva quanto bastasse per sopravvivere. Tale economia di pura sussistenza fu detta  "Curtense" o  "Chiusa". Al tempo di Carlo Magno e dei suoi immediati successori si compì definitivamente il distacco dal mondo romano; anche se gli uomini di questa età conservavano la memoria di Roma imperiale come punto di riferimento, la realtà del presente era radicalmente diversa: alla civiltà del passato ,imperniata sulla vita cittadina ,si sostituì un'economia fatta esclusivamente d’attività rurali e silvo-pastorali. L'economia agricola nel territorio umbro marchigiano, riferita al periodo del feudalesimo che va dal IX all'  XI secolo, è descritta dal codice Bavaro e da alcuni diplomi di Gubbio. Questi documenti riportano le località, le dimensioni degli appezzamenti, i  territori amministrativi, le varietà colturali e la loro organizzazione spaziale che ebbe il suo fulcro maggiore nelle immediate vicinanze dei centri cittadini .In questo periodo nei castelli, dentro le mura o subito fuori ,erano poste le colture più redditizie, più facilmente difendibili da incursioni frequenti e che richiedevano una costante presenza dell'uomo.

Orto,vigna chiusa e frutteti(Nucareta e Poma) appaiono come le principali forme agricole nella sfera cittadina (intra muros,versus murus). Fuori dell'immediata influenza cittadina troviamo la coltivazione dei campi a cereali in fondi d’estensione modesta,situati in località che spesso ricordano formazioni forestali. Negli insediamenti abitativi isolati e nelle aree d’influenza dei monasteri troviamo:orti,campi,colture attinenti alla vigna. I toponimi spesso ricordano insediamenti isolati(Villulas,Massa ecc.) o modi  di organizzare nello spazio la proprietà e le colture. Nelle aree montane e submontane troviamo grandi estensioni d’incolti, selve e pascoli di proprietà collettiva o ecclesiale con prevalente utilizzazione pastorale, venatoria e forestale, con lo sfruttamento del legname e dei prodotti del bosco. In queste zone gli insediamenti erano scarsi e legati alle attività stagionali di pascolo e alle segregazioni eremitiche.Il territorio fabrianese dal VII  all' XI secolo rimase come area di confine tra i possedimenti Longobardi e Bizantini e rimase sotto il dominio di famiglie longobarde. Dai documenti storici si può dedurre che l’ insediamento più importante in quest’area marchigiana fu Pierosara ,dipendente dalla contea di  Camerino. Pierosara in questa situazione ebbe un ruolo fondamentale sia amministrativo che  militare specialmente per  il controllo delle vie dirette nelle valli dell' Esino, Sentino e Misa. Nella conca fabrianese le più importanti fortificazioni feudali dell' XI-XII secolo furono  la Rocca d' Appennino dipendente dalla contea di Nocera e il castello di Conca dipendente da Pierosara.

 

 

LE CONTEE NEL  TERRITORIO FABRIANESE

 

 

1 - LA CONTEA DI  NOCERA

 

Nocera all’istituzione del  ducato di Spoleto(VI sec.) fu un gastaldato a cui furono subordinati anche i territori situati nelle valli di Salmaregia, Campodonico, Fabriano,  Sassoferrato e Arcevia.La sua funzione  amministrativa è testimoniata in un placito disposto dal duca di Spoleto Gisolfo a Rieti nel 761, in favore dell'abbazia di Farfa, dove tra i giudici è citato  Eleuterio, gastaldo di Nocera.

In un secondo placito, tenuto a Cancelli nell' 801 da Pipino, figlio di Carlo Magno, si riporta che il sito apparteneva al ducato di Spoleto e probabilmente era sotto al gastaldato di Nocera. Dalla costituzione del  ducato di Spoleto si succedettero i duchi Trasmondo(a.735),Asprando(a.742-745), Idelbrando(a.773-778), Mauringo (a.825) e Suppone II (a.871), figlio di Mauringo, marchese di Camerino. Alla morte di Mauringo, l'imperatore Lotario distaccò da Spoleto la contea di  Nocera (a.824-845) assieme ai territori annessi di Gualdo, Fossato, Gaifana, Colle,Salmaregia, Fabriano e Sassoferrato.Il  primo conte fu Monaldo I  figlio di Mauringo , nominato intorno all’anno 845 per volere di Lodovico II, fratello di Lotario.Egli  era proprietario di vasti territori situati in Umbria ,a Camerino e Perugia.Le sue terre furono divise in  feudi governati da famiglie longobarde, imparentate tra loro, discendenti dal capostipite Monaldo I . Ricordiamo i Monaldi (Perugia,Pesaro,Camerino), i Monaldeschi (Orvieto), gli Ottoni (Matelica), gli Atti(Todi,Arcevia,Fabriano, Sassoferrato, Pierosara, Genga, S.Anatolia, Apiro, Jesi ecc.), i Gualtieri, i Ranieri, i Cavalca, i Rovellone , i Trasmondo e i Chiavelli.  A Monaldo I succedette nella contea il figlio Roderico I che fu confermato da Carlo il Grosso nell’881; a Roderico I succedette il figlio Monaldo II ( a. 910), poi Roderico II (a.940) che ebbe cinque figli: Monaldo III, Atto o Attone (a.980),Adalberto,Manfredo (a.970) e  Lodovico (a.975).Monaldo III e Attone furono detti "Gran Conti" per la magnificenza del loro contea. Monaldo III (a. 980), oltre ad una figlia, ebbe quattro maschi: Offredo,Rodolfo,Vico e Arnolfo.Militarono con l'imperatore Ottone III (a.996) e per la loro fedeltà ricevettero come compenso un accrescimento del territorio feudale.Vico ottenne Gaifana,Palazzolo e Fossato. Rodolfo costruì  o restaurò diversi castelli collocati dalla valle del fiume Potenza a Sassoferrato come Gista, S.Lucia, Spindoli(?),Giuggiano, Salmaregia,Orsara e altri. Nella  contea di Nocera  facevano parte Salmaregia, l'abbazia di S.Biagio in Caprile,Campodonico, Trufigno,  Seradica,monteCastellaro(vicino Camporege),Cacciano, Cancelli,Campodiegoli,S.Cassino,Varano,Melano, Marischio, S.Maria di Flexia o Frisia(Torrececchina), S.Maria di Ceppete (Coccore), S.Donato,Coldellanoce, Sassoferrato, Coldapi, S.Giovanni,S.Stefano, S.Eutizio e Cavallo albo (Civitalba di Arcevia).In un atto del 1050 delle’abbazia di S.Maria di Farfa sono riportati i seguenti confini:"Duas portiones de cavallo albo infra ducatum spoletinum et territorium nucerinum". Nel documento sono citati : S.Giovanni di Serrapila,S.Angelo di Camillano d’Arcevia e S.Eutizio di S.Donnino.I confini della contea di Nocera s’inoltravano nei pressi di Castagna (vicino Cabernardi), il castello di  Rotondo  e rientravano ad ovest , lungo la riva del Cesano, lambivano la chiesa di Madonna del Sasso(Bellisio), Morello, Venatura, Badia di Sitria,Montelago,Casalvento, S.Pietro d' Orticheto, scendevano verso l'Umbria passando per Scirca (tra Sigillo e Costacciaro) e continuavano a sud lungo il fiume Chiascio.

 

2 - LA CONTEA  DI CAMERINO

 

Fu istituita verso la fine del IX  secolo da Suppone II  figlio di Mauringo, discendente da Ildebrando e fratello di Monaldo conte di Nocera .Suppone II fu amico di Lodovico II  che gli affidò oltre  al ducato di Spoleto, la contea di Camerino col Piceno. Successivamente fu trasferito al ducato di Milano, Pavia e Parma.A nord-ovest della valle Esina  aveva , la giurisdizione nei territori  di Attiggio, Cerreto,Matelica,  Esanatoglia, Trufigno,Collamato, Valleremita, Capretta, Rogedano e Camporege.

 

3 - IL GASTALDATO DI  PIEROSARA

 

L'organizzazione politico-economica dei Longobardi nella zona appenninica umbro- marchigiana ricalcò quella romano-bizantina e rimase quasi immutata fino all' XI secolo.Il successivo sviluppo demografico e la disgregazione dei vasti latifondisti ecclesiastici ed imperiali contribuirono alla nascita di nuovi centri fortificati che modificarono l'esistente organizzazione longobardo-bizantina.

Ai confini del ducato di Spoleto, dipendenti da lui , sorsero i gastaldati  di tipo castrense , probabilmente sorti dopo l'organizzazione dei gruppi armati  diretti da parenti del duca (fare), che avevano il compito di amministrare i patrimoni collocati nei territori di maggiore importanza militare.Almeno tre gastaldati furono istituiti a nord delle contee di Camerino e Nocera: di Frisiano nella diocesi di Nocera, di Pierosara nella diocesi di Camerino e quello Subtempidano (S.Severino M.).

Il gastaldato di Pierosara fu eretto nel 981  per volere d’Ottone II e riconfermato da Ottone III nel 999.I suoi possedimenti confinavano ad ovest con la contea di Nocera e nell'area di Fabriano includevano  parte dell' alta  valle del Giano. I confini con Nocera lambivano il monte Linatro, la Malfaiera,Orgitore,castellare de Murri, Rapare,fosso Putido  e Camoiano.

Ad est raggiungevano Montefano, Monticelli,Serraloggia, Collevillano, Brosciano, Burano, Argignano e Monte Rustico.  A nord est  nei suoi territori erano incluse le località    di   Montesiano,  Collegiglioni,  Troila,  Valcervara, Moscano,   Vallemontagnana,Conca, Nebbiano,Montorso, Trinquelli, Rosenga, Spineto,  Saxa, Monte Gallo(Galla) , Vallemania, Genga,Cerqueto, S.Ansovino, Fossaceca, Lappurano, Larzana, Beicerca, MonteS.Pietro, Precicchie,Serrasecca e Civitella di Valdicastro.

 

 

LE CONQUISTE DEL COMUNE PER LA SUPREMAZIA DEL TERRITORIO

 

Nell’XI  XII secolo l’alta valle del Giano era dominata da due potenti feudi :Coca e Rocca d’Appennino.Il primo era di  proprietà del conte Martino , uno dei capostipiti della potente famiglia degli Atti, il secondo da un consorzio di signori della contea di Nocera.

Conca fu molto conteso agli inizi del XII secolo da Fabriano e  dall’abbazia di S.Vittore che portò a  diverse scaramucce tra i contendenti , specialmente per i diritti di pascolo e legnatico sulle alture dei monti Rimosse e Conca.  Nel 1170 l’abbazia di S.Vittore cede una parte dei beni intorno al castello al Comune di Fabriano.

Nello stesso anno il conte Martino concede “ad comunalem Fabriani” i suoi possedimenti e uomini del territorio di Conca.Nel 1186  Attolino del conte Martino con i figli Rainaldo, Raniero e Berta vedova del conte Ruggero  fanno un patto di concordia con S.Vittore e donano all’abbazia la loro porzione di beni in vocabolo”Conke” .Nell'atto di cessione a Fabriano, riportato nelle carte diplomatiche dello Zonghi del 1192 e di S.Vittore ,  sono descritti i confini di una parte delle proprietà del feudo  di Rinaldo,Raniero e Matteo ,figli del conte Attolino, della signora Berta e di altri .

Lo stemma di Fabriano

Sono nominati: "prima senaita fluvium castellanum,a II senaita via que pergit a forca perveniente in fossato in triga et pergit per fossatum istum usque ad fossatum que vadit in terra mussecanum et serram de trillu et ascendit ad summo monte, III senaites montium,IIII rave que decendit a summo monte in petraficta perveniente per viam que pergit per serram ad sancta lucia, et ingreditur in via que descendit a lamis et intrat in prima sinaita....".  Detti figli devono abitare a Fabriano e " destruant castrum conke..".

Berta era sposa del conte Ruggero discendente dai conti della Genga,figlio di Uguccione I e fratello di Simone I(a.1170),Monaldo(a.1170-1234),Trasmondo e Rinaldo(a.1173),tutti conti.

Ruggero(+1186) sposò Berta d’Attolino di Martino di Bisaccione ed ebbe 2 figli :Nicodemo d’Appurano(a.1023-1219) e Attolino(a.1254).

Nella carta n.159 del 1229 si può apprendere che il castello di Conca  fu  ricostruito con la collaborazione degli uomini di Moscano, a dimostrazione della pace fatta con i figli del conte Martino. Essi ottennero le loro case per 40 anni ("a tempore guerre de Conke") con" il diritto di pascere, legnare,scotennare nella montagna" .Poi, divenuto in pieno possesso del Comune, fu  completamente distrutto.In ogni modo le controversie  per i pascoli su Conca tra S.Vittore e gli uomini di Moscano continuarono negli anni successivi .

Dai suddetti atti si può dedurre che i territori di Conca comprendevano il monte Rimosse, Vallemontagnana, la Civitella, la Lama,S.Lucia, lambivano il fosso di S.Lorenzo, la Torre di Valcervara,Castelvecchio di Moscano, il fosso Satrano e S.Cristoforo delle Chiuse.

In questi territori erano inclusi il castello di Pietrafitta, le ville di Moscano e Reggiano, Camarzano, Castelvecchio,la pieve di S.Gregorio, il castellaro di Vallemontagnana di cui  esiste ancora parte della torre quadrata (Piè di Valle) e la chiesa di S.Lorenzo  in collina,oggi scomparsa.Il feudo era difeso da una serie di torri e castellari collocati intorno ai confini: S.Cristoforo, Case Raggi, Case Sasso,Valle Alta, Piè di Valle, Casa Capriolo,Casa Paoletti, la Lama,colle di  S.Lucia, la Torre di Valcervaria,case Castellaia di Moscano.

I territori di Conca confinavano a nord-est con Pierosara, ad ovest con il feudo di Fabriano e le proprietà dei signori di Collegiglioni e la Troila,a sud con Almatano e Rocca di Mezzo . Quest'ultima, secondo la concessione del 21 maggio1294 aveva i seguenti confini: "fossatum rigi, cannege, vallem monachorum, valle rapariam,castrum anisdei..bucinum canalis".

I documenti che testimoniano il conflitto della Rocca d’Appennino con Fabriano  sono pubblicati nelle "Carte Diplomatiche dello Zonghi" e si riferiscono ad una serie di guerre con il comune di Fabriano, quando questo intendeva estendere il suo dominio fino ai confini montani.Nell'anno 1226 con sei atti successivi si raggiunse la pace.Nel XIII secolo il Comune incominciò a sottrarre vari possedimenti ai signori della Rocca d'Appennino.Già nel 1199 aveva sottomesso il castello di Camporege, forse appartenente alla contea di Camerino.Nel 1213 Fabriano estese il suo dominio sui castelli d’Isola di  Filello e Collalto, nel 1214 Offreduccio di Cacciano si sottomise con il castello di Serradica e le proprietà  che aveva sulla chiesa di S.Gualterino in Cacciano.Erano dei beni e degli uomini che questo feudatario aveva nella valle di Cacciano e non nell' omonimo castello.Nel 1215 seguirono Isola di Filello, Pegliole e Varano con i seguenti confini:"homines et castellanos quos habent in insula filelli et curte, in pillo et curte,in varano et curte, sicut designatur per istas senaitas versus fabrianum: incipit per serram  a castro varani in susum et vadit par viam que vadit a camporesio et vadit par medium montis pecallari et mergit ad melanum et vadit ad fossatum quod vanit a sancto victore et vadit ad serram longam.". Nel 1220 fu ceduto il castello di Chiaromonte i cui signori erano parenti( Ugolino di Sibilla) con  quelli della Rocca d'Appennino e comproprietari di terreni presso l'omonimo monte.Nel 1224 l'abate Damiano di S.Maria d'Appennino sottomise a Fabriano alcuni uomini soggetti al monastero.Nello stesso anno fu la volta di Paganello con tutti i beni che possedeva sulla sommità del monte Appennino.Tra gli eredi c'erano anche alcuni signori della Rocca d'Appennino come " guidolus rocce,actolus et paschale rocce" oltre " Homines si quos habet in dicto castro rocce et ejus curte, et a dicta summitate montium appenini in visus versus fabrianum".I Paganello erano i maggiori proprietari della Rocca e con quest’atto di cessione al Comune  iniziò la decadenza  della fortezza.Attone di Girardo della Rocca  insieme con Bonostagno, ad Ugolino di Bernardo e a Guido d’Uguccione nello stesso anno diventarono abitanti di Fabriano.Questo nel 1226 attaccò e incendiò il castello di Colrotone causando morti e danni ai villigiani(maleficia facta in captione et destructione et combustione castri corruntuni et ejus curte…). Nello stesso anno il Comune  compì delle scorribande nelle valli di Cacciano, S.Giovanni, Campodiegoli e Varano ed attaccò la Rocca d'Appennino recando danni fino alla corte del fortilizio.Si arrivò ad una tregua stipulata "in via arenario rocce appenini".Nello stesso anno nei pressi del borgo della Rocca furono stipulati altri atti di sottomissione. I proprietari Egidio  e Ugolino del fù Gualtiero di Saraceno, il fratello  Trasmondo e Pietro di Simone, dopo aver ricevuto1000 libbre ravennati dal Comune per i danni subiti, posero la Rocca e tutti i loro possessi sotto la sua protezione e si trasferirono dentro le mura di Fabriano.Nelle condizioni di sottomissione sono citati alcuni  possedimenti della Rocca:" homines quos habent a montibus appenini inferius, et a sancto gualterino usque marenam et usque fabrianum, exceptis hominibus quos habent in rocca appenini, et ejus curte infra senaitas inferius scriptas.....habitatores castri collis rotuni et curtis... homines de valle caczani, et valle  sancti joannis, et de varano et pillo et de insula filelli et marisclo, et generaliter omnes homines quos habent a montibus appenini inferius et a senaitas inferius scriptas...".Altri confini sono richiamati come segue." hec sunt senaite rocce, intrat per fossatum trabis et venit in fluvium quod venit per valle caczani ad cancelli, et venit per cancelli et tendit ad summitatem montis castellani, et mergit per serronem montis, et per forcaturam varani in pede campirei ubi cappana actonis rustici, et intrat in fossatum et vadit par vallem soffranam ad fontem fabbri et pergit ad crucem sancti martini ".

Fabriano, Palazzo del Podestà

(1265)

Gli atti furono stipulati in " via arenario rocce appenini " ed " in pede burgi rocce appenini  in ortale paganelli et petri simonis".All'incirca un trentennio dopo ,negli anni dal 1260 al 1262, i figli ed i discendenti dei signori predetti vendettero le loro proprietà a Fabriano.Il Comune acquistò l'ultima parte della Rocca con i suoi possedimenti, compresi  prati, pascoli , selve , pedaggi ( " pede ipsius rocce et in via inglisca"), vigne sulla sottostante abbazia(" vineam abbatis") e gli abitanti di monte Maggio e de la Lacula. In un manoscritto del Dorio "Historia dei Trinci " si legge: " nel 1261 Rinaldo e Bonifacio vendettero al comune di Fabriano il castello della Rocca d'Appennino e ogni ragione annessa(?) ,in monte Maio, sul versante cresta, tanto per la ragione della conquista di detta rocca, quanto per qualsiasi sia la causa ".Sono citati la montagna di Chiaromonte , di Poggio d'Orsara (valle vicino Cacciano), di Fossato, di Gualdo ed altre. Per questa totale sottomissione Fabriano dovette sostenere una guerra con Perugia nel 1278 , le cui milizie penetrarono nel territorio marchigiano  compiendo stragi e devastazioni.

Già precedentemente, nei primi anni del 1200, alcuni signori della Rocca d'Appennino  combatterono contro Perugia al soldo d’Assisi.Fabriano , città anch'essa in perpetuo contrasto con Perugia per via dei castelli di confine , inviò un drappello di combattenti tra cui c'erano Simone della Rocca e i figli Paganello e Pietro.Al loro fianco combatté anche Francesco d'Assisi.Secondo lo Zonghi la proprietà della Rocca appare molto frazionata e divisa fra numerose persone,ma la parte maggiore spettava a Rinaldo e a Bonifacio, figli d’Egidio, ed alle loro mogli  Sebilla  e Maria, oltre alla nuora Valseverina; il prezzo pagato a questi signori fu di 1575 libbre ravennati .

 

 

 IL CASTRUM  FABRIANI

 

L’insediamento fortificato  di Fabriano(Castelvecchio)   all'inizio dell’XI secolo era sotto l’amministrazione del gastaldato di Pierosara.La prima citazione è descritta in una carta  dell'abbazia  di S.Vittore delle Chiuse del  1040 dove riporta "  una via (Fa) briani..",una seconda  del 1041 cita un "castello Fabriani"  e una terza del 1065 del Libro Rosso in una vendita di una terra riporta che è posta “infra ducatus spoletanum infra teritorium castellu petroso in vocabulo in locu qui dicitur fabriani”.Una  pergamena successiva della stessa abbazia datata 1160  attesta che Fabriano era formato da due castelli ("ambo castra fabriani"), con molte probabilità uniti e aventi un'unica  amministrazione.

Per mancanza di documentazione possiamo solo ipotizzare che il primo nucleo fortificato alto medioevale di Fabriano (Castelvecchio) si formò durante le invasioni barbariche, con i profughi d’  Attidium, Tuficum e Sentinum. L'insediamento fu trasformato dai Longobardi in castellare, avente un apparato difensivo costituito da una  o più cinta di mura, fossati e relative torri di guardia poste all'interno della struttura degli abitati. Nel periodo dell'occupazione franco carolingia nacque il feudalesimo che comportò il frazionamento dello stato centrale. Questo fenomeno si diffuse nel nostro territorio durante il dominio degli imperatori germanici .Nel X secolo, con la costituzione del gastaldato di Pierosara, probabilmente  il castellaro di Fabriano, situato nell'area dell'odierna chiesa di S.Caterina, fu trasformato  in  "Castellum" con  strutture  in pietra. Il Poio o Castelnuovo collocato sull'altura dell'odierno monastero di S.Margherita, forse fu costruito  tra l'XI e il XII secolo.Quest’ultima realizzazione fu necessaria a seguito dell’incremento demografico della valle del Giano avvenuto a causa del fenomeno della migrazione delle popolazioni rurali abitanti nel circondario, richiamate dallo sviluppo economico dei fondovalle.

Fabriano, zona Castelvecchio

resti di antiche costruzioni

L'edificazione delle nuove strutture probabilmente fu attuata per volere dalle famiglie di discendenza longobarda.Una di queste fu gli Atti o Attoni che divise il territorio di Pierosara in diversi feudi, governando indisturbati fino all'avvento dei liberi comuni.Fabriano fu un feudo di Pierosara, proprietario di un "fondo", come è attestato in una carta di S.Vittore del 1065: "infra ducatus spoletinum infra territ. castellu petrosu in  loco qui dicitur Fabriani" (loco nei regesti dell’XI secolo indicava un fondo, una proprietà).I signori di Fabriano all'inizio dell’XI secolo possedevano dei territori molto ristretti in quanto le maggiori proprietà fino alla metà del XII secolo erano dell'abbazia S.Vittore.Con il documento del 1160 l’abbazia inizia la cessione dei beni intorno a Fabriano a Rolando di Bernardo e figli. In questo periodo, ovvero agli albori del Comune, i possedimenti dei signori feudatari di Fabriano si trovavano alla destra del fiume Castellano (Giano) e confinavano con i feudi di Nebbiano, Collegiglioni ,Conca e Almatano.Ad ovest le proprietà raggiungevano le alture dei monti Linatro,Orgitore e Civita. Ad est confinavano con la villa di Marischio e la pieve di S.Maria di Flexia(Torrececchina) di pertinenza dell'abbazia di S.Maria d'Appennino e della contea di Nocera .A sud si estendevano nella piana di Valdolmo e di S.Maria in Campo, colle Villano,la Serraloggia, parte del monte Fano ed erano a confine con i feudi d’Argignano, Attiggio e Capretta. Rolando di Bernardo di Atto è uno dei primi signori di Fabriano nel XII secolo. Compare anche in un atto del 1170 dove Alberico e Rainaldo di Rodolfo Chiavello si sottomettono con le terre di Attiggio e S.Croce  al Comune; nel 1183 figura nella stipulazione della convenzione fra  il conte Attolino e sua moglie Berta moglie di Ruggero col monastero di S.Vittore. Nel 1186  Rolando di Bernardo fa un patto di concordia con il conte Attolino di Martino e Berta moglie Ruggero e  il monastero di S.Vittore. Probabilmente Rolando è il nipote del conte Atto, testimoniato nell’atto datato 1104  dove il padre Bernardo d’Atto con  un consorzio di signori  del gastaldato di Pierosara fanno  donazione dei loro castelli all’abbazia di S.Vittore(castellu de la civitella, della sassa,de pleche,de ceresola,de serra siccha, de valle etc.).

Questi potenti signori  appartenenti ad un ramo degli Atti provenienti dal ducato di Spoleto rimarranno padroni  di gran parte del territorio di  Fabriano  fino al 1200 quando  Sebilia di Rolando di Bernardo si sottomette al Comune e nel 1221 la stessa Sebilia con i figli Savia e Ugolino cedono in enfiteusi   parte dei loro averi. Sebilia era moglie di Rainaldo di Monaldo altro signore di Fabriano, proprietario di terre “in curia Fabriani “ e nalla piazza “Salamanni”(termine longobardo di una  tipica abitazione detta  Sala).

Il castello di  Fabriano durante la prima organizzazione comunale( c.a. 1150)

è governato da consoli affiancati da signori (majores) e popolani(minores). I majores erano signorotti rurali proprietari di terre e castelli situati nelle vicine valli che si sottomisero al  Comune con diversi atti sottoscritti dalle parti.

Le principali famiglie di questi signori furono quelle degli Atti,Chiavelli,

Fidesmidi,Trasmundo,Sassi,Paganello,Gentile,Monaldi,Vanne,Aymelda,Diotisalvi ecc.

Successivamente dopo la forte espansione del Comune (a. 1220) e le varie lotte interne, il dominio passò sotto la famiglia dei Chiavelli ,con Gualtiero (a.1186-12589)poi con Alberghetto(1230-1304) e Tommaso(a.1270-1328) fino ad arrivare nel 1435 alla strage della famiglia, avvenuta nella cattedrale di S.Venanzo . 

 

 Il  CASTELLO  DI PIEROSARA

 

La prima citazione di Pierosara come"Castellu Petruso" appare in un documento delle carte di S.Vittore datato 1061 .Il nome deriva probabilmente dalla natura rocciosa del luogo.Nei secoli XII-XIII il maniero compare nei documenti sotto i nomi di Pierosara e Plarosara. Si presume che il primo nucleo si formò in epoca romana come presidio militare posto a guardia dei confini del vicino municipio di Tuficum e delle strade provenienti dalla costa adriatica e dalle valli dell'Esino e Sentino.Durante le invasioni barbariche fu  forse luogo di rifugio dei profughi fuggiti dai vicini municipi, pagi e  vicus romani.

Pierosara (Castel Petroso)

Divenne un fortilizio bizantino (Castellare), forse occupato anche dai Goti, testimoniato dal toponimo "le gotize".

Conquistato poi dai Longobardi , rimase un punto strategico di confine con i  territori della Pentapoli.Nel X secolo per volere di Ottone II,  fu elevato a  gastaldato della contea di Camerino, riconfermato con un secondo diploma di Ottone III.  

Il suo territorio ("territorio castellano") in questo periodo fu diviso in numerosi feudi consorziati tra loro (comites), governati da signori longobardi , stanziati in rocche e castelli sparsi nel contado: Genga, Galla, Saxa, Ceresola, Frassineta, Valle, Serra Secca,Conca,

Pietrafitta, Fabriano ed altri.Nella sua giurisdizione erano inclusi i territori della bassa valle del Giano,parte della conca di  Fabriano,la valle del Riobono,Camoiano, Collegiglioni, Ariali, Moscano,Conca,Pietrafitta,  Almatano,Genga, Vallemania e Cerqueto.Parte del territorio di Sassoferrato, di Arcevia (Lappurano, S.Ansovino),le alture di Castelletta, fino ad arrivare nei pressi di Albacina, dove confinava con la contea di Camerino.

 I signori di Pierosara, insieme con altri del suo gastaldato, furono patroni dell'abbazia di S.Vittore delle Chiuse e del monastero di S.Salvatore di Valle .Con la decadenza del feudalesimo (XI secolo) il castello di Pierosara donò gran parte delle proprietà all'abbazia di S.Vittore delle Chiuse e divenne un suo vassallo. Nel 1104 il consorzio del gastaldato diede il proprio patronato a S.Vittore: " Gualfredo e Bernardo figli di Atto e Gualfredo conte, Bernardo e Mosco figli di Carbone, Gozo figlio di Ugo, Ofredo di Britto , Alberico di Ugo, Raino di Fusco ,secundo n.ra lege langob. donano ad ipso mon. beatu sanctu Victore ed all'abb. Raineiro il patronato dello stesso mon.di S.Vittore ,di S.Salvatore di Valle et de omnes aliis n.ris ecclesie sive Cappelle sive canonica sive sastella ipso castellu de la Civitella cum suo annuato et introitu et exitu suo et ipso castello delle sassa cum suis senaite....et ipsu castellu de pleche cum introitu et exitu suo ipso castellu de Ceresola cum suo annuatu introitu exitu suo et ipsu castello de serra siccha cum suo etc. et ipso castellu de valle etc." . 

Nel 1212 fu assoggettato dalla stessa abbazia e al comune di Fabriano. Divenne un castello strategico per il Comune a guardia dei confini posti sul versante della Vallesina . 

 

 

LO SVILUPPO SOCIO ECONOMICO DELLA VALLE DEL GIANO NEL XI-XIII SECOLO

 

Il sistema feudale costituitosi nel nostro territorio intorno al IX secolo, era formato da una moltitudine di rocche e castelli e tenuto in vita da un'economia prevalentemente rurale (curtense). L'attività agricola nel Medioevo riferita ai periodi che vanno dal IX secolo all’inizio dell’XI è descritta dal Codice Bavaro e da alcuni diplomi di Gubbio.Questi documenti riportano le località, le dimensioni degli appezzamenti, i territori  amministrativi, le varietà colturali e la loro organizzazione spaziale che avevano il  fulcro maggiore nelle vicinanze dei centri cittadini (Castellum) o d’insediamenti minori (Castellari, Ville).In quel periodo nei castelli, dentro le mura o subito fuori , erano poste le colture più redditizie , più' facilmente difendibili da incursioni frequenti e che richiedevano una costante presenza dell'uomo.Orto, vigna chiusa e frutteti (Nucareta e Poma) erano le principali forme agricole nella sfera cittadina ("intra muros", "versus murus").Fuori dell’influenza urbana conducevano le coltivazioni dei campi a cereali in fondi d’estensioni modeste , situati in località che spesso ricordano formazioni forestali (Fraxinito, Faeto, Silva Plana ecc.).Negli insediamenti abitativi isolati e nelle aree d’immediata dipendenza dei monasteri si trovavano : orti,campi, colture attinenti alla vigna.I toponimi spesso ricordano insediamenti isolati (Villulas, Massa ecc.) o modi di organizzare nello spazio la proprietà e le colture (Termine, Caegge, Cafaggio ecc.).Nelle aree montane e submontane si trovavano grandi estensioni d’incolti, selve e pascoli di proprietà collettiva o ecclesiale con prevalente utilizzazione pastorale, venatoria e forestale per lo sfruttamento del legname e dei prodotti del bosco.In queste zone gli insediamenti erano scarsi e legati alle attività stagionali di pascolo o alle segregazioni eremitiche.Nel XII-XIII secolo iniziò la decadenza politico-militare di queste roccaforti e la loro sottomissione ai potenti castelli collocati nelle pianure dove si offriva una vita migliore.Nell’XI secolo la conca di Fabriano era un punto di confine dei possedimenti delle contee  di Nocera,Camerino e Pierosara. Quest’ultimo situato all'uscita della gola di Frasassi, all'estremità del ducato di Spoleto dominava l'alta valle Esina fin dal VII secolo.La sua decadenza iniziò al nascere dell'abbazia di S.Vittore delle Chiuse (a. 1095-1170).In questo periodo Fabriano cominciò a distaccarsi dall’amministrazione  di Pierosara; facilitato da un'economia moderna, acquistò sempre più forza fino a divenire un libero comune intorno alla metà del XII secolo.Essendo collocato in un nodo viario, doveva la sua vitalità alla confluenza dei traffici commerciali provenienti da Nocera, Fossato, Sassoferrato, Camerino ed Ancona.I fattori che portarono ad un nuovo assetto socio-economico del territorio appenninico a partire dall' XI secolo furono molteplici.L’azione espansionistica in campo demografico e macro-economica influì sulla proprietà, sulla domanda alimentare e dunque sulla necessità di nuove colture,sulla situazione generale del mercato.I monasteri ebbero il ruolo principale di riformatori strutturali che portarono alla mutazione gestionale, organizzativa e alle scelte del territorio, tramite l'accorpamento delle proprietà, la ridistribuzione dei fondi frazionati con contratti vincolanti, il miglioramento fondiario e l'incentivazione ai disboscamenti e dissodamenti.Il verificarsi del nuovo assestamento politico-amministrativo influì sullo stato degli  insediamenti e portò alla costruzione o all'ampliamento dei centri fortificati, alle migrazioni localizzate e alla formazione di nuovi nuclei di colonizzazione.Le grandi proprietà delle abbazie e dei signori feudatari date e tenute a regime d'enfiteusi , rappresentano la visione di allora di un ambiente inselvatichito  utilizzato a miglior frutto.Così nel  territorio umbro marchigiano i comuni, i castelli, i conventi , le abbazie e  i borghi murati nei secoli XII-XIV  costituirono una rete urbana  e rustica d’indubbio significato, avente come riferimento i porti d’Ancona  e di Fano  per gli scambi marittimi.La dispersione degli insediamenti e della popolazione rurale, avvenuta sensibilmente intorno alla metà del XII secolo con l'avvento dei comuni , portò allo sviluppo delle città che furono sedi  amministrative ("Comitato o Territorio") di   territori che con

il passare degli anni divennero sempre più vasti.In questo periodo stava cambiando lo stile di vita e nella valle del Giano nascevano nuove attività che esercitavano un forte richiamo delle popolazioni limitrofi. Difatti un altro fattore che portò alla crescita demografica e urbanistica di Fabriano nel XII-XIII secolo fu l'inurbamento di molti signori, proprietari di piccoli feudi delle vicine vallate e dei loro contadini. Alle famiglie libere trasferite a Fabriano fu assegnata una piccola area per la costruzione dell'abitazione mentre i loro signori erano costretti a comprare una casa dentro il castello, ad abitarla per un certo periodo dell'anno ed a trasferire una parte degli "homines" a loro soggetti, nei borghi di Fabriano.

Questo incremento demografico fu il fattore politico e sociale più importante per lo sviluppo di Fabriano e determinò la nascita delle industrie e la costituzione delle "università" o "corporazioni" delle arti con propri statuti e ordinamenti .L'arte dei fabbri con le sue trenta officine collocate nella piazza del Mercato e sul ponte Aera forse nacque per prima, poi si crearono quella della carta, della lana, del lino, della concia delle pelli ed altre. Castelvecchio, primo nucleo fortificato, nei documenti medioevali aveva due porte. Una chiamata "porta castello" era situata tra leodierne case Corradi, Farratoni, Agostini di fronte alla chiesa di S.Caterina; la seconda detta " porta nuova " era nel lato dell'odierna chiesa di S.Onofrio, opposta a quella "castello".Castelnuovo costruito nell’area della chiesa di S.Margherita (Poio), aveva il perimetro della cinta muraria compreso tra le odierne via Mamiani, Balbo, Piazza della Cattedrale, Corso della Repubblica e Piazza Garibaldi.

Una delle sue porte, denominata “rotta” era collocata tra le vie Gioberti e Balbo.

I due castelli probabilmente si unificarono tra il XI e XII secolo.Fu realizzata una cinta di mura che proteggeva il Castrum Fabriani.Nel 1255 a Fabriano iniziarono le opere per la costruzione del palazzo del Podestà, dimora del magistrato e delle massime cariche.

Il palazzo era in posizione centrale, a raccordo dei quattro quartieri che formavano il Castrum unificato: Castelvecchio,S.Biagio, Poio e S.Giovanni .Il potere ecclesiastico nel secolo XI era in mano del vescovo di Camerino il quale edificò la chiesa di S.Venanzo martire(1046), divenuta la prima parrocchia di Fabriano (a. 1160) e Matrice della città dove nel 1253 fu trasferita la fonte battesimale di S.Giovanni d’Attiggio.Nel 1289 S.Nicolò battezzava i fabrianesi nati nel rione Borgo che prima erano serviti dalla pieve di S.Maria di Civita. Nel XIII secolo la giurisdizione ecclesiastica fu assunta totalmente dagli ordini religiosi e portò alla costruzione di molte chiese monastiche come S.Biagio (a.1210) dipendente dal monastero di S.Vittore delle Chiuse, S.Benedetto " de castellare" (a.1244) da S.Silvestro di Montefano,S.Nicolò di Bari (a.1150) da S.Croce di Tripozzo, S.Lucia (a.1258) da S.Angelo d’infra ostia, S.Cristoforo da S.Maria d'Appennino,S.Romualdo (a.1253) da S.Salvatore di Valdicastro.Nel frattempo nascevano nei borghi e nel suburbio i monasteri e i conventi degli Eremitani di S.Agostino (a.1216),dei Silvestrini (a.1231),dei Francescani (a.1234) e dei Domenicani (a.1290).Fabriano nel XII-XIII secolo divenne un forte castello, sottomise gran parte dei castelli limitrofi  e strinse allenze con altri  comuni: Matelica , S.Severino (a.1199), Sassoferrato (a.1257), Fano ,Gubbio , Arcevia (a.1256),Camerino (a.1306) e Jesi (a.1308)

 

 

LE SOTTOMISSIONI A FABRIANO

 

- Attiggio e S.Croce, anno 1165 :Alberto e Rinaldo figli di Rodolfo Chiavelli (A.Zonghi

  Carte Diplomatiche- Z.C.D. VIII).

-Capretta, anno 1170 :Alberico e Rinaldo di Rodolfo Chiavelli.

-Conca, anno1170: conte Martino degli Atti (Z.C.D. IX ).

-Collegiglioni , Troila,Trinquelli, anno 1170: Bugatto,Arduino,Normanno, Sasso,

  Trasemondo, Carsedonico(Z.C.D.III).

-Conca, anno 1192 : Raniero,Rinaldo e Matteo di Attolino,Uguccione del conte Rinaldo,

   in comproprietà con S.Vittore(Z.C.D.XVI,XVII ).

-Camporege prima del 1199(Z.C.D. XXVII).

-Moscano, anno 1192 :Rinaldo,Rainieri e Matteo figli di Attolino e della signora Berta,   

  moglie di  Ruggero(Z.C.D.XVI).

-Lavenano,anno 1192: Attoni.

-Collamato, Paterno,anno 1199: Bartolo di Attone di Sacco,Vivo e Marino di Ugolino e

  Taddeo di  Vivo si fecero castellani(Z.C.D.XXVII).

-Almatano,anno 1202 : servi della gleba(Z.C.D. XXXVII).

-Almatano,anno 1203: cessione del castello, figli di Offreduzio(C.D.Z.XXXIX).

-Argignano,anno 1203: Rainuzio e Bulgarello figli di Uffreduccio di Gualtiero

-S.Donato,Serra, Colle,Chigne,anno 1029:Bernardo di S.Donato e figli Manente,

  Trasemondo e  Carsolo(Z.C.D.LXXX).          

-Albacina,anno 1209 :Atto di Alberico(Z.C.D. LXX), anno1211: Gentile e Guarniero di   Franco(Z.C.D.L,LI,LIII).

-Viaccio 1211(Z.C.D.XXXIX).

-Almatano e Rocca di Mezzo,anno 1211:Trasmondo di Matteo(Z.C.D.LXVII).

-Cerreto,S.Michele,S. Anna, anno 1211: Appigliaterra di Guarniero di Atto

-Isola di Filello,anno 1213: Diupoldo duca di Spoleto(Z.C. D.LXI).

-Pierosara,anno 1212(Z.C.D. CCXX,CCLXXIII).

-Albacina,anno 1213: Rolando di Villano e Alberico di Morico(Z.C.D.LVII,LVIII).

-Collalto, Isola di Filello,anno 1213: Diupoldo duca di Spoleto(Z.C.D.LXI).

-Cacciano,anni 1214-1226: Egidio,Ugolino e Trasmondo figli di Gualtiero e Pietro Simone   (Z.C.D.XCV).

-Varano e Marischio,anno1214(Z.C.D.LXVII).

-Serradica, anni1214-1227: Offreduccio di Cacciano(Z.C.D. CIII, LXVI).

-Varano e Pegliole,anno 1215: Pegio ed Ubaldo di Ugolo d'Ubaldo(Z.C.D.LXVII).

-Genga , Galla, Colleponi, anno  1216: Simone d'Uguccione(Z.C.D.LXVIII).

-Albacina,anno 1218 : abbate di Valdicastro(Z.C.D.LXX).

-Monticelli,Valmergo,Torricella,IsolaCentupera,Colleponi e Murazzano,

 anno1218: Guccione di  Raniero(Z.C.D.LIX,LXXIV).

-Chiaromonte, anno1220: Attone e Bartolo figlio di Ugolino(Z.C.D.LXXV,LXXVII).

-Collestellano,anno 1222(Z.C.D.LXXXV).

-Nebbiano,anno 1220: Todino ed Egidio figli di Enrico ed Enrico di Suppolino

 (Z.C.D.LXXX).

-S.Donato, Nebbiano(villa),Avenano,Colle e Chigne,anno1222: Peregrino di Girardo da  S.Donato(Z.C.D.LXXXV).

-Collepaganello, Monte Appennino,1224: Paganello di Armanno.

-Campodiegloli,anno 1226(Z.C.D.XCII).

-Rocca d'Appennino,anni 1226-1260-1262: Egidio e Ugolino di Gualtiero di Saraceno e   figli.

-Bastia 1248 (Z.C.D.CXXX,CXXXIV).

-Argignano ,Cerreto e curie,anno 1249: nobili vari.

-Collamato,anno 1254: Francesco di Guarniero e Ugolinuccio di Raniero di Bulgarello. 

-Orsara , anno1255:Fuzio e Balinuccio (Z.C.D.CCLIV).

-Collamato,anno 1271:Monalduccio e Francesco di Salmaregia -cessione metà

  diritti(Z.C.D.CCXII).

-Cupo,anno 1278: Tommaso di Fildismido e Bertoldo e Corrado figlio di Rinaldo di    

  Rigozio

 (Z.C.D.CXL,CCXXI).

-Cancelli anno 1278:sottomissione di alcuni signori della curia Cancelli

   (Z.C.D.CCXII,CCV).

-Moscano e Rocca di Mezzo (fondi) anno1289 (Z.C.D.CCLII).

-Colcello,Avenale,Spineto,anno 1293(Z.C.D.CCLVIII,CCLXV).

-Viaccio,anno 1295 (Z.C.D.CCLXIV).

-Pierosara, anno 1298, S.Vittore (Z.C.D.CCLXX,CCLXXIII).

-Grotte dopo il 1300: testamento conte Gentile.

-Rovellone,anno 1308.

-Civitella,anno 1310.

-S.Fortunato,anno 1312(Z.C.D.VII).

-Castelletta,anno 1318.

-Spineto,anno 1334 (Z.C.D.VIII).

-Orve,anno 1363: Gualtiero di Guarniero.

-Rotorscio,anno 1368.

-Domo,anno 1377: Gregorio XI.

-Cerreto,anno 1390 sottomissione definitiva.

-Rocca dei Tangani,anno 1392.

 

Fabriano nella sua fase d’espansione acquistò il controllo del nodo viario di Cancelli  sottomettendo la potente Rocca d'Appennino che era a guardia dei territori umbri in mano alla temibile Perugia.Nella valle di Campodonico il Comune conquistò il castello d’Orsara, utilizzato poi per le offensive contro Gualdo,Nocera,Salmaregia, S.Lucia e Giuggiano.

Collamato, Cerreto,Pierosara,Castelletta ,Porcarella, Percicchie,Domo e Rotorscio furono i baluardi che dominavano l'alta valle Esina e dell'Esinante, mentre Bastia, S.Donato, Trinquelli, Torricella e Genga controllavano i territori delle valli del Sentino e del Rio Bono.Fabriano divenne un potente castello dell'entroterra marchigiano , forte di mano d'opera creatasi con la nascita delle attività industriali(fabbri,conciai,cartai,vasari ecc.).I fabbri costruirono numerose officine lungo le rive del fiume Giano, nei dintorni del ponte dell'Aera e diedero al nascente comune lo stemma (Faber in amne) e le prime ricchezze.Il Castrum Fabriani aveva due piazze:la platea Magna e dei Mercati.Nella prima si svolgeva la vita amministrativa, nella seconda situata  più in basso era il centro dei commerci .La borghesia operaia acquistò sempre più importanza e attraverso l’"Università Plebeiorum", formata dai feudatari rurali ("boni homines") e dai fabbri, si affermò come amministrazione mista. Questa con i benefici d’immunità concessi dai duchi e dagli imperatori si trasformò in Comune, governato da consoli e statuti , garantendo ai signori rurali il  pieno possesso dei beni e l'assoggettamento al regime statutario con gli stessi diritti degli abitanti del castello.Nello stesso periodo pose sotto la sua giurisdizione alcuni possedimenti dei monasteri di S.Vittore delle Chiuse nel 1170 e di S.Maria d'Appennino nel 1224 .Fabriano poi potenziò con altri apparati militari le difese dei confini, costruendo nuovi fortilizi come Belvedere (a.1280), Porcarella (a.1251), Bastia (a.1432), Torricella (a. 1451), Montorso (a.1492), Cancelli (a.1557).Ristrutturò i castelli  di Collamato,Albacina, Pirosara,Cerreto e S. Donato, distrusse altri ,ormai non più strategici  come Conca, Anticola, Cacciano e Chiaromonte .

 

 

BIBLIOGRAFIA

 

-F.Uncini. Antiche civiltà tra Umbria e Marche, Il Medievo Fabriano,2004.

-R.Sassi,Le carte di S.Vittore delle Chiuse,Fabriano,Biblioteca Comunale.

-A.G.Biocchi,La valle di Salmaregia, Biblioteca Montisfani,Fabriano,1989,Vol.13.

- A. Zonghi Carte Diplomatiche (Z. C. D.). Fabriano,Biblioteca Comunale.

 


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