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La morte dei fratelli Spacca

 

di Balilla Beltrame

 

 

Nel 1896 il primo giorno di marzo, settemila soldati italiani morirono durante la battaglia di Adua in Abissinia. Una pagina di Storia. Giovani esistenze stroncate a causa dell'espansione coloniale italiana. Richiamò il sangue della vendetta quando il corpo d'armata italiano entrò in Adua il 6 ottobre del 1935. Una follia dietro l'altra! Tra i caduti del '96 due abitanti di Cancelli: Amedeo Spacca del '60, tenente del battaglione del gen. Da Bormida e suo fratello Paolo nato nel '68, da Giovanna e Carlo Porfiri. Si arruolò volontario, apparteneva al 7° battaglione della brigata comandata dal gen. Ellena. Poi ì, il Re conferì al tenente Spacca la medaglia d'argento alla memoria: "Si distinse per fermezza e coraggio nel comando della compagnia durante il combattimento, e ferito gravemente lasciò la vita sul campo".

Altri particolari in una lettera ufficiale del '98 inviata a Lucio Spacca: "...Condusse la compagnia per tre volte all'assalto con slancio, ed alla terza volta fu colpito da un projettile all'inguine per cui poco dopo moriva...".

 

La lapide nella frazione

fabrianese di Cancelli che ricorda i f.lli Spacca

Della fine di Paolo nessuna notizia, travolto nella strage, uno dei tanti. Voci di commilitoni riferirono che i fratelli Spacca si salutarono per l'ultima volta poco prima della battaglia. Due anni dopo questi fatti, un comitato composto da vari Municipi, Carlo Miliani, Rinaldo Monteverde, Bartolomeo Sbragia, ufficiali dei reggimenti superstiti, fece preparare una lapide di marmo dallo scultore Pietro mancini con questa dedica: "A i fratelli / tenente Amedeo furiere Paolo Spacca / su i campi di Adua / strenuamente caduti / la terra nativa / memore e altera / 1 marzo 1898". L'inaugurazione fu molto solenne. La poetessa Montaguti Bonetti compose l'inno musicato per l'occasione, dal maestro della Banda cittadina Virginio Leotardi. "Portarono la nota gentile cinquanta tra fanciulli e fanciulle, che colla loro bandiera e un tricolore al braccio si schierarono avanti alla lapide. Nel pomeriggio seguirono i festeggiamenti popolari. La memoria dei poveri morti non ne sarà offesa. Essi sono caduti da prodi. E commemorare dei prodi è una festa, è la festa del valore".

Sull'entusiasmo di quell'indimenticabile giornata venne stampato a settembre il "numero unico" Cancelli in memoria con il motto "post fata virtuti", dal quale ho ripreso queste notizie. Collaborarono alla stesura importanti personaggi, tra gli altri, Caterina Pigorini Beri, ricercatrice delle tradizioni popolari, la misteriosa "Raul" della quale ci siamo occupati tempo fa su queste colonne, il prof. Guido Marcoaldi, figlio di Oreste, Alfredo Oriani, G.B. Miliani con una poesia. Nel 1935 il foglio fu ristampato con l'aggiunta del grande titolo "Adua rivendicata", l'esaltante comunicato della Redazione sulla vittoria del 6 ottobre e il messaggio del Duce agli italiani di tutto il mondo.

Ai fratelli Spacca furono dedicati inoltre, la caserma, oggi Museo della Carta, ed il largo davanti alla chiesa di S. Domenico.
 

da "L'Azione" del 13/03/2010 - su licenza dell'autore

 


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