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RODOLFO DI CHIAVELLO

Signore del castello di Capretta presso Attiggio, forse figlio del capostipite Chiavello. Nell'anno 1170 è citato con il patronimico "Clavelli".

 

ALBERICO DI RODOLFO

Nel 1165 con il fratello Rinaldo cede a Fabriano possedimenti in Attiggio e Santa Croce impegnandosi a difendere il comune.

 

RINALDO DI RODOLFO

Nel 1165 con il fratello Alberico cede a Fabriano possedimenti in Attiggio e Santa Croce impegnandosi a difendere il comune. Nel 1198 compare tra i boni homines nella "Carta Maior" del Comune.

 

TODINO DI ALBERICO

Combatte con altri fabrianesi al fianco di Assisi nella guerra contro Perugia del 1202. Console nel 1211-13, nel 1214 è procurator militum in una disputa tra milites e pedites.

 

ALBERTO DI RINALDO

Nel 1199 gode di diritti signorili insieme ai fratelli Morico e Cencio. Nel 1202 conbatte con altri fabrianesi al fianco di Assisi nella guerra contro Perugia. Nel 1217 acquista alcuni diritti da suo nipote Rinaldo di Naimerio. Nel 1231-33 è console del Comune.

 

MORICO DI RINALDO

Signore del castello di Orsara, partecipa come testimone tra il 1209 e il 1226 a vari atti di sottomissione di signori al Comune. Nel 1243 dona un terreno a fra Silvestro Guzzolini. I suoi figli Fuccio e Baliguccio cederanno i loro possedimenti al comune nel 1255.

 

ALDOBRANDINO DI TODINO

Nel 1248 cede al comune propri diritti anche a nome dei figli Tinto e Trasmondo.

 

GUALTIERO DI TOMASSO (1186 ca. - 1258)

Contribuisce alla vittoria di Innocenzo III contro l'armata imperiale di Marcoaldo nei piani di Matelica. Si adopera per la sottomissione di Simone della Genga al comune. Fa edificare la chiesa di Santa Maria Nova, attuale Sant'Agostino (1216) dove fu sepolto e di San Giovanni Battista a Castelvecchio (1220). Nel 1248 cede al Comune suoi diritti. Nel 1254 partecipa con gli anziani del comune alla misurazione del castello di Collamato appena acquistato da Fabriano.

 

PICA DI MORICO

Nel 1249 cede propri diritti al Comune. Nel 1250 lavora alla riforma degli statuti comunali. Nel 1283, insieme a tal Corrado di Rinaldo, è "capitaneus terre fabriani": magistratura instituita per porre fine alle liti tra fazioni. Nel 1289 è capo castellano della rocca di Appennino.

 

TOSO DI GUALTIERO (+1285)

Sposa Dialta Attoni da cui eredita vari possedimenti in Albacina. I suoi figli Pariclo, Secte, Chiavello e Zelino sono nominati in una divisione di beni del 1285.

 

CRESCIMBENE DI GUALTIERO

E' in varie circostanze procuratore del comune, nel 1292 è dinanzi agli auditori papali per sostenere i diritti dell'autorità civica a giudicare questioni civili e militari.

 

GRAZIA DI GUALTIERO

Abate di San Vittore delle Chiuse dal 1269 al 1284.

 

ALBERGHETTO I DI GUALTIERO (1230 ca. - 1304)

Esponente di spicco della fazione ghibellina nella seconda metà del duecento. Nel 1280 fa costruire la prima cerchia muraria e nel 1285 la fontana detta "sturinalto".

 

STELLUTO DI TINTO

Nel 1302 è sindaco del comune. E' tra gli 8 sapienti del comune che prendono possesso dei beni eredità dei Rovellone (1305).

 

ZELINO DI TOSO

Nel 1280 è a capo della fazione dei Chiavelli di Albacina. Nel 1294 è accusato dal comune di aver usurpato alcuni terreni nel teritorio delle Chiuse. Nel 1296 è nominato rettore dell'ospedale di San Lazzaro delle Chiuse.

 

GENTILONE DI TOSO

Esponente ghibellino viene ucciso da Villanuccio di Ugone Attoni in un agguato a Cerreto nel 1288.

 

CHIAVELLINO DI TOSO

Nel 1289 è bandito dalla città poi riammesso. Nel 1295 insieme ad altri edifica presso Cancelli una chiusa sul fiume Castellano (attuale Giano).

 

COMENZATO DI TOSO

Nel 1292 è garante per la difesa militare della Rocca d'Appennino. Nel 1294 è accusato insieme al fratello Corallio di aver usurpato terreni del comune presso Porcarella. Nel 1296 è tra i fabrianesi che sostengono il comune in un procedimento presso il rettore della Marca.

 

CARLO DI TOSO

Guardiano del convento di San francesco, alla morte del b. Francesco Venimbeni (1322) ne fa imbalsamare il corpo.

 

ALDOBRANDINO (VAGNINO) DI ALBERGHETTO I

Nel 1281 è implicato nelle lotte di fazione insieme al padre Alberghetto I, e ai suoi consanguinei Tancreduccio di Atto e Zelino di Toso. E' poi tra gli ambasciatori del comune che nel 1288 si rercano a Roma per chiedere una proroga all'edificazione dell'ospedale della Rocca d'Appennino. E' tra gli 8 sapienti del comune che prendono possesso dei beni eredità dei Rovellone (1305).

 

TOMASSO I DI ALBERGHETTO I (+1330)

Nel 1288 grazie alla posizione assunta dal padre Alberghetto I a difesa della Chiesa, riceve il castello di Domo e altri territori; in questa bolla Tomasso è citato come "confalonerio Fabriani". Nel 1306 è cacciato dai 16 conservatori della libertà di Fabriano e fugge a Napoli, l'anno successivo è di nuovo in patria. Nel 1313 è podestà di Todi. Nel 1316 è nuovamente bandito da Fabriano dove rientra insieme al figlio e 300 cavalieri l'anno successivo. Nel 1325 con l'appoggio dei Montefeltro assume in Fabriano la carica di "Gonfaloniere e Difensore del Popolo e del Comune" e, l'anno successivo prende Rocca Contrada (odierna Arcevia). Nel 1328, a fianco della fazione ghibellina jesina dei Simonetti, tenta di occupare Jesi.

 

CASALETA DI ALBERGHETTO I

Esponente della fazione ghibellina, partecipa agli scontri che avvennero in Fabriano nel 1310. La sua casa viene citata nella definizione dei confini della nuova parrocchia di San Benedetto (1323), si trovava lungo la discesa di San Benedetto verso Piazza del Mercato.

 

CRESCENZIO DI ALBERGHETTO I (1301-1348)

Già monaco silvestrino, nel 1308 fu eletto abate di San Vittore imposto ai monaci con le armi dai suoi fratelli. Si trasferì poi allo studio di Bologna sperperarando le rendite dell'abbazia. Subì processi per simonia, peculato, nepotismo, immoralità. Rimosso fu poi rintegrato nel 1331, rinunciò infine spontaneamente.

 

PAOLO DI ALBERGHETTO I

Guardiano del convento di San francesco (1322).

 

FRANCESCO DI ZELINO

Nel 1351 è priore del leprosario di S.Lazzaro de Clusis, poi canonico di San Venanzio.

 

ALBERGHETTO II DI TOMASSO I (1295 ca. - 1376 ca.) Nel 1317 entra nottetempo a Fabriano con 300 cavalieri "di dove esce il Giano", fa iniziare quindi la costruzione della seconda cerchia di mura facendo scavare tutt'intorno un fossato dove fa confluire le acque del fiume Castellano, i lavori terminano nel 1330. Nel 1321 fa erigere fuori le mura l'ospedale di Sant'Antonio Abate. Nel 1322, con l'appoggio dei Guzzolini di Osimo, instaura la signoria. Il suo potere però si affievolisce e nel 1338, dopo aver tentato di riprendere saldamente la città facendosi consegnare le chiavi delle porte, viene allontanato perdendo prima Rocca Contrada di cui era divenuto podestà sette anni prima alla morte del padre, quindi Serra de' Conti. Nel 1344 con l'aiuto di Nolfo di Montefeltro riprende Fabriano, fa esiliare i suoi oppositori e ne confisca i beni; negli anni a seguire consolida il potere con scontri e uccisioni anche nel contado. Nel 1348 è a Napoli con Ludovico d'Angiò e combatte contro Giovanna II. Nel 1351, di nuovo in patria, fa ricostruire la fontana sturinalto, rimattonare la piazza e fondere una nuova campana del comune con il suo stemma. Nel 1363 viene imprigionato dal papa per aver congiurato a favore del ghibellino Giovanni Visconti, rilasciato morirà tra i suoi cari nel castello di Genga circa il 1376.

 

GIOVANNI DI TOMASSO I

Uomo d'arme partecipa nel 1347-48 con i fratelli Crescenzio e Alberghetto II all'impresa di Napoli con Ludovico d'Angiò. Nel 1364 riceve da Trasimondo di Filippo di Trasimondo la Rocca d'Appennino. Muore senza figli e lascia i suoi beni alla chiesa di Santa Caterina.

 

CRESCENZIO DI TOMASSO I

Uomo d'arme partecipa nel 1347-48 con i fratelli Alberghetto II e Giovanni all'impresa di Napoli con Ludovico d'Angiò.

 

BARTOLOMEO DI ALDOBRANDINO (+1348)

Ordina per testamento la costruzione di una cappella in San Francesco, a spese comuni col fratello Francesco, accanto alla sepotura del padre.

 

ANGELINO DI ALDOBRANDINO

Frate professo dell'ordine agostiniano. Lascia cospicua eredità al convento di Sant'Agostino.

 

GIOIOSO DI CASALETA

Nel 1331 è canonico di San Venanzio, nel 1348 priore. Nel 1356 è nominato vescovo di Camerino.

 

DILETTOSO DI CASALETA

Nel 1359 è canonico di S.Venanzio.

 

GUIDO I "NAPOLITANO" DI ALBERGHETTO II (1325 ca - 1404)

Partecipa a varie guerre insieme al padre Alberghetto II, in seguito a una di queste campagne riceve l'appellativo di "napolitano". Nel 1361 acquista il Palazzo di Corte (ora vescovile), il 7 luglio 1362 sottoscrive la pace con il cardinale Albornoz. Nel 1373 fa erigere una cappella in Santa Lucia Novella (San Domenico). Il 24 giugno 1378 entra in Fabriano con 700 cavalieri, dopo aver cacciato i Da Varano che avevano occupato la città per conto della Sede Apostolica, instaura la signoria e viene acclamato "defensor populi" e vicario apostolico. - La riconquista fu possibile grazie a più astuzie: facendo credere di voler conquistare il castello di Belvedere all'estremità della terra, ed avendo così assottigliato le milizie avversarie entro le mura, entrò nottetempo dal ponte detto delle cannelle presso Sant'Agostino, asserragliati poi i nemici nella rocca fece svuotare le cisterne costringendoli alla resa. - Acquista negli anni ingenti proprietà e finanzia numerose attività imprenditoriali promuovendo un fulgido sviluppo delle attività manifatturiere, in particolare quella cartaria, e dei commerci. Tra il 1378 e il 1382 fa ingrandire la chiesa di Santa Caterina di Alessandria e vi promuove la costruzione di un annesso monastero olivetano, in questo luogo verrà poi sepolto.

 

GUALTIERO DI ALBERGHETTO II

Sposa Mitarella, figlia di Mercenario di Monteverde signore di Fermo. Alla sua morte, non essendo più viventi i suoi figli, lascia i suoi beni alla chiesa di S.Caterina.

 

FRANCESCO DI ALBERGHETTO II Nel periodo 1348-1370 è Abate di S.Vittore delle Chiuse.

 

GIOVANNI DI BELLARIO

Abate di S.Elena sull'Esino.

 

ANTONIO DI AMOROSO

Nel 1359 è canonico di S.Venanzio.

 

BENEDETTO DI AMOROSO (+1390 ca.)

Nipote del vescovo Gioioso è a sua volta nominato vescovo di Camerino nel 1378.

 

CHIAVELLO DI GUIDO I (+1412)

Nel 1370 entra a Fabriano con 300 fanti e 100 cavalieri e la sottomette, segue la politica di Gian Galeazzo Visconti, è poi al soldo dello Sforza quindi della repubblica di Venezia. Nel 1404 diviene vicario apostolico di Fabriano insieme al nipote Tomasso IV di Nolfo. Costruì la rocca, acquistò il castello di Domo, fece sì che l'abbazia di San Vittore delle Chiuse fosse data agli olivetani di Santa Caterina, era possessore di due cartiere al Ponte del Gualdo che lasciò in eredità ai padri Domenicani. Nel 1405 acquistò l'eremo di Valdisasso detto la Romita e ne fece dono ai francescani che da tempo chiedevano di rientrarne in possesso, fu qui sepolto insieme alla moglie Lagia.

 

TOMASSO III DI GUIDO I (1376-1409)

Promosse le opere dei Domenicani e l'abbellimento della chiesa di Santa Lucia Nuova dove fece costruire una cappella di famiglia e vi fu sepolto.

 

ALBERGHETTO III DI GUIDO I

Si interessò di arte, studi e letteratura costituendo una delle biblioteche più cospicue del tempo poi bruciata dai congiurati nel 1435. Fu vincitore di giostre e tornei. Promosse l'ampliamento e il consolidamento delle mura nei pressi di porta cervara e nel tratto tra Porta del Piano e San Nicolò (vallato "cupo" o "di Alberghetto").

 

CECCHINO DI GUIDO I (+1415)

Proprietario di una cartiera a Cacciano lasciò in eredità parte dei suoi beni alla chiesa di S.Lucia.

 

TOMASSO IV DI NOLFO (1358-1435)

Nel 1404 è vicario apostolico insieme allo zio Chiavello II. Nel 1415 dispone e fa pubblicare un nuovo statuto (statuto chiavellesco). Viene ucciso nell'eccidio che ebbe luogo il giorno dell'ascensione del 1435 nella Cattedrale di San Venanzio dopo aver tentato una strenua ed inutile difesa.

 

BATTISTA DI TOMASSO IV (1385-1435)

Riceve il potere dal vecchio padre Tomasso IV di Nolfo divenendo vicario apostolico di Fabriano. Sposa Guglielma Da Varano di Camerino. Secondo alcuni è a causa del suo temperamento dispotico e tirannico che fu ordita la congiura del 1435 nella quale molti dei Chiavelli e lui stesso trovarono la morte.

 

BULGARO DI TOMASSO IV

Tesoriere per conto del fratello maggiore Giovan Battista. E' il primo ad essere ucciso dai congiurati nell'eccidio del 26 maggio 1435.

 

GUIDO DI TOMASSO IV

Al tempo dell'eccidio milita nelle armate di Francesco Sforza. Occupa quindi con il fratello Nolfo il castello di San Donato nel tentativo di riprendere la città. Dopo un ulteriore tentativo con le armate del Piccinino si dirige probabilmente in nord italia con la moglie e i due figli scampati all'eccidio.

 

NOLFO DI TOMASSO IV

Al tempo dell'eccidio milita nelle armate di Francesco Sforza. Occupa quindi con il fratello Guido il castello di San Donato nel tentativo di riprendere la città capitolando nel 1436, donde non si ha più notizia di lui.

 

GALASSO DI GUIDO IV

Scampa all'eccidio del 1435, viene calato con il fratello Tomasso dalle mura nei pressi di Sant'Agostino.

 

TOMASSO DI GUIDO IV

Scampa all'eccidio del 1435, viene calato con il fratello Galasso dalle mura nei pressi di Sant'Agostino.

 

 

 

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